Anche nella sessione del sabato mattina è il Brasile ad avere il controllo delle operazioni: segnano i nuovi record americani José Ronaldo da Silva (100 dorso S1, 3.02.68 abbassando il proprio record precedente di 3.03.18), Joao Pedro Brutos de Oliveira (100 rana SB14 1.05.57, migliorando il precedente limite del compagno di squadra Gabriel Bandeira 1.06.31), Gabriel Geraldo Dos Santos Araujo (50 stile libero S2 55.45, precedente 55.52).
Da segnalare i record italiani di Said Hessan Karim Gouda nei 100 dorso S11 (1.15.41), Cika Adlin (100 dorso S10 Ragazze, 1.31.61), Giorga Coruzzi (100 dorso S8 Ragazze, 1.39.10), Giorgia Fotia (50 rana S6 Ragazze, 42.59), Gaia Mercurio (100 rana SB8 Juniores, 1.56.50), Massimo Resta (100 rana SB7, 1.35.03), Leonardo Santinelli (100 rana SB11 Esordienti, 2.04.94), Margherita Sorini (50 rana S10 Juniores, 32.15),
Con qualche difficoltà riusciamo a intervistare l’indaffaratissimo presidente del Comitato organizzatore locale (COL) Daniele Zotti, da questa edizione subentrato a Francesco Bettella.
Come si vive questa manifestazione dal ponte di comando?
Per me non è cambiato molto, faccio parte del Comitato dalla prima edizione del 2018 e quindi so bene quali sono le cose da fare. Certamente ora ho maggiori responsabilità, ma potendo contare su un grande team sono tranquillo e fiducioso che proseguirà tutto bene. Siamo tutti molto felici del gran numero di partecipanti, che ci ha francamente sorpreso. In particolare non ci aspettavamo così tanti atleti stranieri in un periodo ancora di pandemia. Evidentemente abbiamo lavorato bene gli anni scorsi e le squadre ci hanno dato fiducia.
La macchina organizzativa sta funzionando perfettamente. Con quanto anticipo si organizza una manifestazione di questo genere?
Un anno intero. Prima ancora di concludere l’evento si inizia già a pensare all’edizione successiva. Le operazioni concrete iniziano sei mesi prima.
Un elemento fondamentale per la riuscita dell’evento sono i volontari. Come vi adoperate per reclutarli? La grande visibilità che ha acquisito il nuoto paralimpico negli ultimi anni vi ha agevolato in questo?
Nelle prime edizioni abbiamo avuto un grande supporto dalle scuole, che è purtroppo venuto a mancare con la pandemia. Oggi facciamo affidamento prevalentemente sugli amici e conoscenti che gravitano intorno alle nostre piscine e che sono il cuore pulsante della manifestazione. Senza i volontari non saremmo niente. È certamente vero che l’esposizione mediatica ha avvicinato al nostro mondo molte persone e aziende che prima non saremmo riusciti a intercettare.
Siete riusciti a realizzare tutto quello che avevate in mente o avete dovuto rinunciare a qualcosa? E cosa vi piacerebbe fare di più o meglio nella prossima edizione?
Sulla base delle risorse disponibili abbiamo realizzato tutti gli obiettivi che ci eravamo posti. Certo, con maggiori risorse si potrebbe migliorare ulteriormente l’evento e la pandemia ha imposto alcune restrizioni, ma siamo già molto soddisfatti così: le gare si svolgono con puntualità e garantendo il rispetto dei protocolli e la piena sicurezza di tutti i partecipanti.
La passione è il motore di tutto. Quando si spengono gli ultimi riflettori, cosa ti lascia questa manifestazione?
Tantissimo. Il calore degli atleti, la soddisfazione di vedere sempre più interesse intorno al nostro movimento, conoscere sempre più ragazze e ragazzi che escono di casa e scoprono lo sport paralimpico. Qui siamo tutti volontari, che prendono ferie dal lavoro e coinvolgono l’intera famiglia nell’organizzazione dell’evento, ma non c’è dubbio che ne vale la pena. È una gioia che non si può esprimere a parole.