Il bilancio secondo Direttore Tecnico Riccardo Vernole

Dopo questi tre giorni di gare risentiamo il Direttore tecnico delle Squadre nazionali Riccardo Vernole.

 

Qual è il tuo bilancio di questa manifestazione? Come hai visto la squadra azzurra e come gli stranieri?

Emerge naturalmente l’enorme forza del Brasile, una squadra giovane in uno stato di forma già molto avanzato. È un team che seguo con attenzione e mi aspettavo arrivassero con una compagine competitiva, ma sono onestamente andati oltre le aspettative.

I nostri atleti possono essere suddivisi in tre gruppi: un gruppo di punte in ottimo stato di preparazione e che fanno benissimo sperare in ottica mondiale, penso a Stefano Raimondi, Bicelli, Simone Barlaam, Francesco Bocciardo, Antonio Fantin, Xenia Francesca Palazzo, Giulia Terzi; il gruppo più consistente in condizioni di forma intermedia, compatibile con questo periodo della preparazione; alcuni che mi sono parsi francamente un po’ indietro e che avranno a disposizione un’ulteriore test a Busto Arsizio il prossimo 10 aprile, dopo di che tirerò le somme, perché se è vero che abbiamo deciso di garantire la qualificazione a chi ha chiuso il 2021 nelle prime cinque posizioni del ranking mondiale è altrettanto vero che un evento come quello di Madeira va onorato e preparato adeguatamente.

Sono contento dei giovani, sia nell’ottica della partecipazione agli Euro Youth Para Games che si svolgeranno a Pajulahti, in Finlandia, dal 27 giugno al 4 luglio prossimi sia del futuro inserimento nella nazionale maggiore. È un gruppo sul quale lavoreremo anche attraverso una serie di allenamenti collegiali nelle prossime settimane.

Non posso infine non rivolgere sinceri complimenti al Comitato organizzatore locale che, coadiuvato da personale tecnico della FINP centrale, ha dato vita a un evento perfettamente strutturato e gestito per il quale ho ricevuto i complimenti di tutte le delegazioni straniere. È chiaramente un evento che sta crescendo e per il quale sarà probabilmente opportuno passare a una formula su quattro giornate di gara, per rispetto degli atleti e per innalzare ulteriormente il livello tecnico.

 

Parliamo di pianificazione: questo progressivo livellamento verso l’alto delle prestazioni quanto spazio lascia ad atleti polivalenti in grado di primeggiare in differenti distanze e specialità e quanto invece bisogna orientarsi verso una crescente specializzazione?

Quella verso la maggiore specializzazione e una tendenza che si rafforza di quadriennio in quadriennio. Vedremo sempre meno atleti multimedagliati, e per fortuna mi viene da dire, perché assisteremo a prestazioni sempre più eclatanti. L’esempio che mi viene in mente è il nostro Francesco Bocciardo, che nuota degli ottimi 50 e 100 ma nell’ottica della costruzione dei 200, che per le sue caratteristiche tecniche fisiologiche e funzionali sono certamente la sua gara obiettivo.

E all’obiettivo di una sempre maggiore specializzazione sarà improntata la programmazione delle nostre attività future: ad esempio, nel 2023 abbiamo già in programma un allenamento collegiale dedicato ai velocisti proprio insieme alla nazionale brasiliana.

Un progetto che va verso la creazione di programmi di allenamento totalmente personalizzati, direi sartoriali, su misura per ciascun atleta. Una prospettiva estremamente stimolante anche da un punto di vista tecnico e di grande fascino per allenatori anche provenienti dall’esterno dell’ambiente paralimpico: osservare un atleta con disabilità fornisce eccellenti spunti di lavoro per tutti gli atleti. Un approccio inclusivo del quale non possono che beneficiare tutti e che rappresenta la chiave per garantire il successo del nostro movimento nel lungo periodo.

Punto tecnico sulla manifestazione con Fornasiero Federica

Per un primo punto tecnico sulla manifestazione ci rivolgiamo alla tecnica nazionale Federica Fornasiero.

 

Prima manifestazione “normale” dopo due anni di pandemia. Tanto Brasile, campioni affermati e nuovi talenti: che indicazioni ne hai ricavato?

Innanzi tutto viva il Brasile, che ha onorato la manifestazione con la delegazione straniera più numerosa, schierando la nazionale maggiore e ottenendo prestazioni di assoluto rilievo: tre record del mondo e una pioggia di primati continentali. Una prima indicazione è relativa al sempre crescente numero di atleti giovani, molti dei quali già in grado di inserirsi ai vertici delle classifiche assolute. Ciò significa che il sistema di reclutamento anche delle disabilità non innate funziona sta diventando sempre più efficace. Oltre alla giovane età si osserva anche un’eccellente condizione fisica che si traduce in performance di altissimo livello.

Analizzando i risultati si riscontrano oltre venti prestazioni sopra la soglia dei 1000 punti, davvero difficili da raggiungere anche alla luce delle nuove tabelle in vigore dal 2022, molte delle quali nelle categorie S1-S3, quelle riservate alle disabilità più gravi. È importante lavorare su di esse per riuscire a inserire le relative gare in ogni contesto nazionale e internazionale. Ricordo che il nostro Francesco Bettella appartiene proprio a queste categorie.

 

Alla luce di questo progressivo livellamento verso l’alto, pensi che nel prossimo futuro ci sarà ancora spazio ad alto livello per atlete e atleti che non abbiano alle spalle una storia natatoria di lungo periodo?

Io vedo ancora molto spazio, specialmente nel settore femminile, anche in considerazione del fatto che questi atleti ricevono una preparazione estremamente individualizzata, che consente di bruciare le tappe e recuperare gap tecnici e metabolici anche significativi.

Un fenomeno che è a mio avviso destinato a diventare sempre più raro è l’estrema polivalenza degli atleti di altissimo livello. Oggi abbiamo nuotatori che riescono ad essere competitivi a livello internazionale in sette-otto gare differenti, domani sarà improbabile vedere un atleta che primeggia contemporaneamente nei 50 e nei 400. Io credo si vada verso una specializzazione sempre più marcata, anche in questo caso liberando spazi e opportunità.

 

Tutti i partecipanti hanno lodato l’organizzazione e il clima estremamente gradevole di questa manifestazione. Cosa ti è piaciuto e cosa pensi di migliorare ulteriormente in vista dell’edizione 2022?

Mi piacerebbe che le World Series diventassero un laboratorio attraverso il quale valutare eventuali cambiamenti del programma gare: attualmente alcuni eventi sono disponibili solo per determinate classi di atleti. Noi non siamo convinti che questa sia la soluzione migliore, ma per dimostrare il contrario abbiamo bisogno di numeri. Per questo vorremmo proporre di ampliare il programma delle World Series, offrendo maggiori opportunità ai nuotatori, arricchire il ranking e raccogliere una grande quantità di dati e informazioni. Mi piacerebbe anche sviluppare maggiormente lo spazio dedicato alle categorie giovanili.

Podio italiano!

La manifestazione riprende da dov’era terminata: da un record del mondo firmato dal Brasile. È ancora Gabriel Geraldo dos Santos Araujo a fermare il cronometro a 56.62 nei 50 farfalla e a stabilire il nuovo primato per la categoria S2, in una classifica assoluta dominata dal compagno di squadra Talisson Glock (S6, 31.94, 893 punti).

Nei 50 farfalla donne vince Giulia Terzi (S7, 35.25, 926 punti) mentre Giulia Ghiretti conquista il bronzo (S5, 48.65, 739 punti).

Nei 100 farfalla si impongono Gabriel Bandera (BRA, S14, 55.68, 1016 punti) e Carlotta Gilli (S13, 1.05.23, 903 punti), mentre l’Italia conquista un altro bronzo con Alessia Berra (S12, 1.07.50, 864 punti).

Nei 150 misti ultimo acuto di Gabriel Geraldo dos Santos Araujo, oro e record del mondo S2 in 3.47.04 (1018 punti) con l’azzurro Efrem Morelli (S4, 02:49.82, 724 punti) al bronzo, tra le donne vince la brasiliana Lidia Vieira da Cruz (Sm4, 3.06.94, 773 punti).

Il 53.08 conseguito nei 50 stile libero vale inoltre a dos Santos Arajuo 1071.00 punti e la miglior prestazione della manifestazione, che in campo femminile va invece alla veterana spagnola Michelle Alonso Morales, nei 100 Rana SB14: 01:15.72 che vale 1016.00 punti.

Il Brasile si aggiudica il medagliere con 16 ori, 6 argenti, 6 bronzi davanti all’Italia (10-7-8) e alla Colombia (1-4-1).

 

Lo speaker, la voce dell’evento

speaker_world series lignano sabbiadoroUn contributo fondamentale all’ottima riuscita della manifestazione è certamente arrivato dagli speaker, che hanno fornito informazioni puntuali con un inglese eccellente e gestito brillantemente i numerosi piccoli imprevisti inevitabilmente connessi a un evento di questo tipo.

 

Come siete stati coinvolti nell’organizzazione di questo evento?

Enrico: naturalmente arriviamo entrambi dall’ambiente del nuoto; siamo stati contattati dalla delegata regionale FINP del Friuli Venezia Giulia Maria Elisabetta Capasa che ci ha proposto di collaborare a questa manifestazione. Un evento internazionale, con i migliori atleti del mondo: Inutile dire che abbiamo accettato senza pensarci un istante.

Lucrezia: io avrei dovuto essere qui solo sabato mattina per sostituire Enrico, ma non sono più riuscita ad allontanarmi. Abbiamo pensato che la conduzione a due voci potesse rappresentare un valore aggiunto ed eccoci qua.

 

In effetti siete molto bravi e affiatati, immagino non sia la vostra prima esperienza di questi tipo. Come siete diventati speaker?

Enrico: In effetti è qualche anno che curiamo questo servizio nelle manifestazioni organizzate nella nostra regione, ma dobbiamo confessare che è la prima volta che lo facciamo in inglese. Abbiamo deciso di buttarci, a “la va o la spacca”. Mi pare che sia andata.

Lucrezia: è stata una doppia prima volta: in inglese e nel nuoto paralimpico. Abbiamo seguito un training sui regolamenti con la tecnica nazionale FINP Federica Fornasiero, abbiamo condotto una ricerca sulla terminologia e abbiamo guardato molti filmati di gare con commento in inglese.

 

La conoscenza dell’inglese è un elemento fondamentale? Come siete arrivati a parlarlo correttamente?

Enrico: per ragioni di lavoro mi trovo a utilizzarlo quotidianamente, inoltre ho vissuto un’esperienza professionale a Londra dove l’ho ulteriormente perfezionato.

Lucrezia: anch’io lo parlo quotidianamente per lavoro, ma soprattutto negli anni dell’università ho partecipato a un progetto Erasmus che mi permesso di raggiungere un’ottima conoscenza della lingua, che tengo in ulteriore allenamento guadando film e serie TV in inglese.

 

Vi è piaciuta questa esperienza? Pensate di rimanere vicini al nuoto paralimpico?

Enrico: senza dubbio. Ci stiamo già informando sui prossimi eventi, che seguiremo con molta maggiore consapevolezza e trasporto rispetto a quanto comunque già facevamo in passato. Non ti nascondo che questa mattina c’è stato un momento di sincera commozione.

Lucrezia: sono tre giorni che ci hanno enormemente arricchito sul piano umano e professionale. Per chi come noi ama il nuoto è impossibile non rimanere affascinati e coinvolti da questo movimento. Qualcuno ci ha lodato per la spontaneità, ma come si fa a non essere spontanei ed entusiasti di fronte a questo spettacolo?

 

Cosa consigliate a chi, magari dopo avere ascoltato voi qui a Lignano, volesse provare a cimentarsi come speaker?

Enrico: le parole chiave sono: entusiasmo e passione. Noi siamo qui innanzitutto perché ci divertiamo ed emozioniamo a seguire le gare. Poi ci vuole un po’ di coraggio per buttarsi nella mischia: mettersi in gioco senza paura degli inevitabili imprevisti e trasmettere tutta la gioia che noi per primi proviamo nell’essere qui.

Lucrezia: naturalmente, ed Enrico è la prova vivente, bisogna avere il piacere di parlare, la capacità di avere sempre qualcosa da raccontare o aggiungere alla cronaca per evitare pause e silenzi, e la disponibilità ad affrontare nuove sfide. Sai che stai lavorando bene quando dopo una giornata di gare sei già ansiosa di ripartire con quella successiva.

Intervista al giudice arbitro dell’evento e alla starter

Nella pausa pomeridiana della terza e ultima giornata delle Para Swimming incontriamo il giudice arbitro della manifestazione, un ruolo importante e delicato.

 

Buongiorno Daniele, a manifestazione quasi conclusa qual è il suo bilancio in qualità di capo degli ufficiali di gara?

Direi molto bene. Innanzi tutto è una manifestazione che ci riporta alle consuetudini di prima della pandemia, sia come numero di atleti sia come tempi di svolgimento. Vediamo tante atlete e atleti che nuotano, con prestazioni tra l’altro di assoluto rilievo: record mondiali, nazionali, continentali che non lasciano il tempo di annoiarsi. Noi ci stiamo divertendo e speriamo che si stiano divertendo tutti.

Dal un punto di vista di chi deve garantire il rispetto del regolamento, quali sono le peculiarità di una gara di nuoto paralimpico?

La base è la perfetta conoscenza del Regolamento tecnico della Federazione internazionale di nuoto (FINA), che tra l’altro le manifestazioni paralimpiche ci permettono di approfondire ulteriormente: gli adattamenti tecnici ai quali sono costretti molti di questi atleti ci obbligano a un’attenzione ancora maggiore ai dettagli. Per gli stili più tecnici, rana e farfalla, sono poi previsti degli aggiustamenti che consentano a tutti di competere, e direi che certamente le prove nuotate in questi due stili sono quelle che maggiormente ci mettono alla prova.

Come e perché si sceglie di diventare Ufficiali di gara del nuoto paralimpico?

Iniziamo dalla risposta più facile: il come. Bisogna innanzitutto entrare nel Gruppo ufficiali gara (GUG) della Federazione italiana nuoto: ogni Comitato regionale organizza almeno un corso ogni anno, e tutte le informazioni vengono pubblicate sul sito www.gugnuoto.it.

Successivamente è prevista una formazione specifica generale sul nuoto paralimpico, il livello successivo è la formazione come giudice internazionale che prevede quattro giorni di lavoro in aula sulla teoria e una parte pratica applicativa in piscina.

La risposta al “perché?” è: per lo sport. In questa piscina si vede lo sport vero. Si vedono tutta la fatica e il lavoro dei ragazzi, dei tecnici e delle loro famiglie e noi siamo qui per loro, per consentirgli di raccogliere tutto ciò che hanno seminato.

JULIA NUZUM, UFFICIALE DI GARA INTERNAZIONALE

Buongiorno Julia, come e perché si diventa ufficiali di gara per il nuoto paralimpico?

Per diventare giudici internazionali è necessario seguire un corso organizzato dalla World Para Swimming, nel nostro caso a Berlino nel 2016, che prevede una parte teorica e una applicativa sul campo gara.  Le motivazioni cambiano da persona a persona, nel mio caso è stata una scelta per “amore”. Amore per questo sport, per questo genere di manifestazioni, per l’equa competizione. Io lavoro con la disabilità da quando ho quattordici anni, quindi immagino di avere una buona predisposizione.

Che criticità si incontrano nella gestione di una manifestazione?

A livello nazionale l’ostacolo più difficile da superare è l’accettazione diffusa della disabilità e quindi la selezione del personale. Ci sono molto colleghi che semplicemente “non se la sentono”. Per questo insieme alla FINP abbiamo recentemente formato un ufficiale di gara per ciascuna regione, che sarà a sua volta delegato alla formazione di nuovi colleghi e, soprattutto, a incentivare la conoscenza del nostro ambiente. Se tanti aspiranti giudici frequentassero le nostre manifestazioni e parlassero con i nostri atleti, tutte le perplessità scomparirebbero. A livello internazionale questo problema è molto meno evidente, anzi direi che c’è solo tanto entusiasmo.

Quanto bisogno c’è in Italia, oggi, di ufficiali di gara?

Tantissimo, specie dopo questi due anni di pandemia durante i quali l’organico è diminuito perché molti colleghi non gradiscono indossare per ore una mascherina nel microclima di una piscina, o perché sono impauriti dai luoghi affollati. Fortunatamente il movimento sta crescendo e con vari campi gara attivi in ogni weekend servono forze nuove.

A beneficio degli indecisi, puoi dirci per quale motivo si sceglie di diventare ufficiale di gara paralimpico e, nel caso, a chi rivolgersi per maggiori informazioni?

È un’esperienza meravigliosa che bisogna fare almeno una volta per poi decidere a ragion veduta. Il punto di riferimento è certamente la Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, che sul proprio sito web ha un’area dedicata alla formazione, formazione che è alla base di tutto: si può diventare tecnici (istruttori o allenatori), classificatori, giudici. Si possono poi seguire i percorsi internazionali che sono ancora più divertenti e affascinanti.

 

World Series Lignano – Day 3 Morning

La sessione del mattino si apre all’insegna dell’azzurro: nei 400 stile libero maschili l’Italia fa tripletta con Antonio Fantin (4.56.39 S6, 1005 punti), Federico Bicelli (4.40.43 S7, 987 punti e record italiano) e Simone Barlaam (4.16.23 S9, 964 punti).

Nell’altra finale della mattina sono invece Giulia Terzi (S7, 5.16.53) e Francesca Xenia Palazzo (S8, 5.02.34) a prendersi i due gradini più alti del podio.

Nelle batterie dei 50 farfalla nel giro di pochi minuti viene migliorato per due volte il record del mondo S2 a opera prima del brasiliano Bruno Becker Da Silva (1.00.70) e subito dopo del connazionale Gabriel Geraldo Dos Santos Araujo, sempre più mattatore della manifestazione con un sensazionale 57.21 che sfonda in un solo colpo il muro del minuto, dei 59 e dei 58 secondi.

Ed è ancora Dos Santos Araujo ormai in modalità cannibale che stampa il terzo record mondiale di giornata nei 150 misti S2 in 3:47.04.

Il Brasile vince in solitaria le staffette 4×50 (2.30.08) e 4×100 stile libero mixed, in quest’ultima segnando anche il record del mondo (4.27.66).

Nel medagliere l’Italia con 8 ori, 6 argenti e 5 bronzi si fa sotto al Brasile (12-5-5). Per la piazza d’onore è partita a tre fra Colombia (1-2-0) Regno Unito (1-1-1) e Spagna (1-1-0).

 Guarda l’intervista ad alcuni atleti