Punto tecnico sulla manifestazione con Fornasiero Federica

Per un primo punto tecnico sulla manifestazione ci rivolgiamo alla tecnica nazionale Federica Fornasiero.

 

Prima manifestazione “normale” dopo due anni di pandemia. Tanto Brasile, campioni affermati e nuovi talenti: che indicazioni ne hai ricavato?

Innanzi tutto viva il Brasile, che ha onorato la manifestazione con la delegazione straniera più numerosa, schierando la nazionale maggiore e ottenendo prestazioni di assoluto rilievo: tre record del mondo e una pioggia di primati continentali. Una prima indicazione è relativa al sempre crescente numero di atleti giovani, molti dei quali già in grado di inserirsi ai vertici delle classifiche assolute. Ciò significa che il sistema di reclutamento anche delle disabilità non innate funziona sta diventando sempre più efficace. Oltre alla giovane età si osserva anche un’eccellente condizione fisica che si traduce in performance di altissimo livello.

Analizzando i risultati si riscontrano oltre venti prestazioni sopra la soglia dei 1000 punti, davvero difficili da raggiungere anche alla luce delle nuove tabelle in vigore dal 2022, molte delle quali nelle categorie S1-S3, quelle riservate alle disabilità più gravi. È importante lavorare su di esse per riuscire a inserire le relative gare in ogni contesto nazionale e internazionale. Ricordo che il nostro Francesco Bettella appartiene proprio a queste categorie.

 

Alla luce di questo progressivo livellamento verso l’alto, pensi che nel prossimo futuro ci sarà ancora spazio ad alto livello per atlete e atleti che non abbiano alle spalle una storia natatoria di lungo periodo?

Io vedo ancora molto spazio, specialmente nel settore femminile, anche in considerazione del fatto che questi atleti ricevono una preparazione estremamente individualizzata, che consente di bruciare le tappe e recuperare gap tecnici e metabolici anche significativi.

Un fenomeno che è a mio avviso destinato a diventare sempre più raro è l’estrema polivalenza degli atleti di altissimo livello. Oggi abbiamo nuotatori che riescono ad essere competitivi a livello internazionale in sette-otto gare differenti, domani sarà improbabile vedere un atleta che primeggia contemporaneamente nei 50 e nei 400. Io credo si vada verso una specializzazione sempre più marcata, anche in questo caso liberando spazi e opportunità.

 

Tutti i partecipanti hanno lodato l’organizzazione e il clima estremamente gradevole di questa manifestazione. Cosa ti è piaciuto e cosa pensi di migliorare ulteriormente in vista dell’edizione 2022?

Mi piacerebbe che le World Series diventassero un laboratorio attraverso il quale valutare eventuali cambiamenti del programma gare: attualmente alcuni eventi sono disponibili solo per determinate classi di atleti. Noi non siamo convinti che questa sia la soluzione migliore, ma per dimostrare il contrario abbiamo bisogno di numeri. Per questo vorremmo proporre di ampliare il programma delle World Series, offrendo maggiori opportunità ai nuotatori, arricchire il ranking e raccogliere una grande quantità di dati e informazioni. Mi piacerebbe anche sviluppare maggiormente lo spazio dedicato alle categorie giovanili.